Il 30 novembre 2020, dalle 16:00 alle 18:30, la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera (Università degli Studi della Basilicata) ha organizzato un workshop online (piattaforma Google Meet) sul tema "Progetto DELTA - Digital Education Through Learning and Training in Archaeology. Digital technologies and tools in Archaeology" (Primo Multiplier Event). Il workshop è realizzato nell'ambito del progetto DELTA http://www.project-delta.eu/it/. Il workshop ha avuto lo scopo di presentare agli studenti di Archeologia e al pubblico in generale i risultati preliminari del progetto, di discutere con alcuni specialisti del settore, con studenti, archeologi e con tutti i partecipanti l'uso delle tecnologie digitali per i diversi ambiti di applicazione in archeologia. All'evento hanno partecipato 163 persone, ma se ne sono registrate 212. Relatori invitati:
“Nuovi strumenti per nuove domande: esempi di analisi spaziali per l’archeologia dei paesaggi”
Carlo Citter ha posto l'attenzione sull'utilizzo delle risorse digitali per la ricostruzione del paesaggio (analisi spaziali), presentando sei casi studio (i casi delle terme toscane, della pianura dell'Arena, dei monasteri franchi, di Este, di Roselle, di Gravisca).
“Restauro reale per conservare, restauro virtuale per valorizzare: una metodologia in evoluzione” Massimo Limoncelli ha presentato una relazione sul restauro virtuale (l'insieme di metodologie informatiche integrate di Computer Graphic, sia bidimensionali che tridimensionali), inteso non come modalità di ricostruzione ideale di un manufatto, bensì come metodologia per la verifica e la sintesi dei dati analitici.
“Le tecnologie AR e VR al servizio della divulgazione: il patrimonio archeologico reso accessibile con il digitale” Michele Scioscia e Sara Lorusso hanno parlato di tecnologie AR e VR. Hanno presentato quattro prodotti, due realizzati con l’AR (Inventum Game, Hold the Hut), due con il VR (Museo multimediale ex Convento di San Domenico di Ferrandina e Pietragalla)./p>
“Archeologia e comunità: il Progetto Open Salapia” Roberto Goffredo ha presentato Open Salapia, un progetto di archeologia pubblica che vede impegnata un’équipe di archeologi italo-canadesi nel comprensorio dell’antico Lago Salpi . L’obiettivo principale è contribuire alla co-creazione di una conoscenza condivisa del patrimonio territoriale locale inteso come “insieme sinergico e non divisibile di valori ambientali, paesaggistici, urbanistici, culturali, sociali, economici”.